Avere a che fare con l’acidità di stomaco è sempre decisamente antipatico. Ma il fastidio si può alleviare, talvolta eliminare del tutto.

Tutti abbiamo avuto a che fare con un bruciore allo stomaco, che spesso compare dopo un pasto troppo ricco o abbondante. C’è chi lo prova ogni tanto, chi ne ha a che fare continuamente. Il bruciore, fastidioso, è spesso accompagnato da altri sintomi come di alitasi, un senso di amaro in bocca e di gonfiore, pesantezza, nausea; a volte sonnolenza, mal di testa, meteorismo. Ma perché accade? E, soprattutto, è possibile evitarlo?

Questione di enzimi. Lo stomaco, per svolgere le funzioni digestive, utilizza varie sostanze tra cui la pepsina, un enzima che permette di scindere le proteine, ed una certa quantità di acido cloridrico. Normalmente questo acido non “brucia” lo stomaco, perché esso se ne protegge grazie ad un velo protettivo di muco. Ma nel caso In cui l’organo abbia a che fare con una quantità di cibo o di condimenti eccessiva, la quantità di acido cloridrico aumenta. Altresì, può anche succedere che lo stomaco produca, in modo spontaneo, una copiosa secrezione acida prima che sia stata prodotta una quantità di muco sufficiente a proteggere la mucosa gastrica….

 

Se ci si mette pure… A volte le cose si complicano: può succedere che il cardias (la valvola che separa l’esofago dallo stomaco) non funzioni in maniera corretta, lasciando risalire parte del contenuto dello stomaco nell’esofago che, avendo pareti molto delicate, si irrita facilmente a contatto con l’acido. Se si è mangiato troppo e lo stomaco è molto dilatato, può anche darsi che la sua motilità -che serve a rimescolare il cibo per esporlo in maniera uniforme ai succhi gastrici – risulti insufficiente. Ecco quindi che all’acidità si aggiungono nausea e pesantezza, alle quali si aggiunge il meteorismo, causato dai cibi che raggiungono l’intestino non perfettamente demoliti. I disturbi descritti possono però essere causati da molti altri fattori. Qui lo stress la fa da padrone, ma anche alcuni farmaci possono esserne responsabili, così come ulcera gastrica dovuta alla presenza del famoso Helicobacter pyilori.

Strategie

Episodi rari, legati a banali eccessi ed errori alimentari, possono risolversi con l’uso di semplici farmaci, detti antiacidi. Ma per i motivi sopra descritti, se gli episodi di pirosi gastrica e di dispepsia si susseguono è indispensabile rivolgersi al medico, l’unico in grado di stabilire la vera origine dei disturbi e decidere quindi una terapia appropriata, da affiancare ai rimedi sintomatici (nel caso dell’Helicobacter, ad esempio, vanno assunti gli antibiotici). Comunque, di qualunque natura, intensità e frequenza siano gli episodi di questo disturbo, esistono dei semplici accorgimenti che, se adottati, possono ridurre se non addirittura eliminare il problema. Ecco dei piccoli consigli anti-acido. Evitate i piatti molto elaborati, ricchi e speziati, che aumentano l’acidità gastrica; limitate il consumo di zucchero raffinato, del cioccolato e del dolci (micidiali a fine pasto!), l’alcol, il caffé. E ancora, i cibo molto grassi: i brodi, le carni, i pesci, i formaggi fermentati, i pomodori, la frutta non matura.

E il latte freddo. Anche i legumi possono dare fastidio, ma in que-sto caso è sufficiente passarli per eliminare la cuticola che li avvolge per risolvere il problema. L’elenco del cibi Incriminati è lungo, non c’è dubbio. Ma se non avete voglia di eliminare tutto quello che abbiamo nominato, provate prima a… mangiare più piano. Sì, perché l’acidità di stomaco, spesso e volentieri, è causata non da quello che si mangia, ma da come si mangia. Ai giorni d’oggi tutti mangiamo troppo velocemente, dimenticando che la digestione ha inizio in bocca. E’ qui infatti che il cibo comincia ad essere scomposto dagli enzimi presenti nella saliva nei costituenti di base – zuccheri, proteine e grassi. Masticando male, costringiamo lo stomaco ad un superlavoro, ossia ad una maggiore produzione di succhi gastrici. E’ utile poi non bere troppo durante i pasti, per non dilatare lo stomaco. E se siamo abituati al riposino, meglio rimandarlo di almeno un’ora. Per concludere: il fumo fa male, anche alla digestione. Ha una potente azione irritante sulla mucosa gastrica.