Verdi novità su alimenti che in tavola non devono mai mancare

E’importantissimo: nelle diete non devono mai mancare frutta e verdura. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di mangiarne almeno 400 grammi a persona al giorno, possibilmente in cinque diversi momenti della giornata, per mantenere sotto controllo il peso e proteggersi dalle molte malattie determinate da una scorretta alimentazione, come quelle cardiovascolari, l’obesità e alcune forme di tumore.

Sfatiamo il fatto che sia più salutare mangiare le verdure crude. A dispetto di quanto si è sempre creduto, oggi sappiamo che la cottura può addirittura potenziare le loro proprietà benefiche. Lo conferma uno studio dell’Università di Parma pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, nel quale sono state esaminate le sostanze presenti prima e dopo la cottura in tre tipi di verdure (zucchine, broccoli e carote). Gli studiosi hanno notato che, all’uscita dalla pentola, la maggior parte delle proprietà benefiche è conservata e in alcuni casi addirittura potenziata.

 

Ovviamente si parla di bollitura o cottura al vapore o alla griglia, ma non di frittura, responsabile invece della distruzione di una grande porzione di vitamine e degradazione degli antiossidanti. Ecco i risultati dello studio: nei broccoli cotti al vapore si ottiene un aumento del 20 per cento dei glu-cosinolati, un gruppo di composti noti per avere proprietà anticancerogene; nelle carote bollite, a fronte di una perdita minima di vitamina C (il 9%), si ha un incremento del 14 per cento dei carotenoidi (utili alla vista); le zucchine, una volta bollite, mantengono valori alti di vitamine e carotenoidi. I fenoli (sostanze antiossidanti) invece resistono meglio alla cottura al vapore.

Da questi risultati e dagli studi futuri potrebbero quindi venir fuori le ricette che associano a ogni verdura il tipo di cottura più adatto a preservarne o potenziarne le qualità nutrizionali.

BROCCOLI: PELLE E CUORE PIÙ SANI

Per sfruttare al massimo il potere di questi vegetali occorre cuocerli poco: si deve poter apprezzare la loro consistenza, senza lasciarli sfaldare, per non perdere i benefici del sulforafano, un composto chimico contenuto nei broccoli (ed in tutta la famiglia delle crocifere) che ha un altissima capacità di neutralizzare le tossine e i radicali liberi prodotti nell’organismo, oltre ad avere capacità antitumorali. I broccoli, insomma, fanno molto bene, soprattutto alla pelle. In particolare per chi soffre di una malattia genetica ereditaria, l’epidermolisi bollosa. In chi ne è affetto, i cheratinoci-ti (cellule prodotte nello strato basale della cute) non riescono a sintetizzare correttamente la cheratina; rendendo la pelle molto più fragile e predisposta alle lesioni. Il sulforafano nei soggetti sani aumenta l’espressione di cheratina e in quelli affetti da questa patologia facilita la stabilizzazione della proteina. Lo ha dimostrato una ricerca della ” Johns Hopkins University School of Medicine”, presentata al congresso annuale dell’American Society for Celi Biology. Un’altra ricerca dell’università del Connecticut (Usa), rivela che questi ortaggi stimolano il nostro organismo a produrre tioredoxina, una proteina che preserva le cellule cardiache dal danneggiamento. Broccoli toccasana, quindi, anche per il cuore.

VERDE SCURO CONTRO LA CATARATTA

Luteina, zeaxantina e vitamina E contenute nelle verdure con foglie verde scuro, ad elevato potere antiossidante, proteggono dal rischio di insorgenza della cataratta. Spiega il dottor Christen, della Harvard Medicai School di Boston, che secondo l’ipotesi ossidativa dell’insorgenza della cataratta, è l’ossigeno a danneggiare le proteine delle lenti e le cellule fibrose delle membrane oculari, e i cibi contenenti sostanze antiossidanti possono proteggere gli occhi da questo processo.

Le donne che consumano una quantità più elevata di verdure a foglie scure corrono un rischio minore di soffrire di cataratta. Lo dimostra uno studio pubblicato dagli Archives of Ophthalmology.

BARBABIETOLA PER LA PRESSIONE ALTA

Basta meno di un’ora, dopo aver bevuto mezzo litro di succo di barbietola per notare una significativa riduzione della pressione sanguigna; riduzione che dopo 3-4 ore si presenta in modo più pronunciato, ma si continua ad osservare anche dopo 24 ore. Ecco un modo nuovo, semplice e a basso costo per tenere sotto controllo il rischio di un aumento della pressione sanguigna. E’ quanto garantisce lo studio del “Barts and The London School of Medicine” e della “Peninsula Medical School” pubblicato su Journal Hypertension. L’effetto è dato da una complessa reazione chimica nella quale i nitriti contenuti nel succo di barbabietola vengono convertiti dai batteri che sono sulla lingua in nitriti che, una volta inghiottiti, nell’ambiente acido dello stomaco sono nuovamente convertiti in ossido nitrico o rientrano in circolazione come nitriti. Incoraggianti i dati della sperimentazione, ma ci si chiede se gli stessi effetti si potranno mantenere anche nel lungo termine.