La voglia di mare ti fa esagerare con l’esposizione al sole. Risultato? La pelle si arrossa e compare l’eritema solare.

Esporsi troppo al sole, in maniera eccessiva in termini di durata e intensità, rispetto alle difese naturali della cute dell’individuo, significa andare incontro ad una ustione, più o meno grave a seconda dei tempi di permanenza. L’arrossamento da eritema solare spesso è associato a prurito e, nel casi più gravi, a vere e proprie bolle, ossia cavità ripiene di siero dovute allo scollamento dell’epidermide. A causa della liberazione, da parte della cute ustionata, di particolari fattori infiammatori, spesso l’eritema solare si associa a febbre e a malessere. Nel giro di 5-7 giorni il quadro clinico si risolve e l’arrossamento si attenua, lasciando però la cute maggiormente irritabile e vulnerabile per un certo periodo.

 

Intraprendendo opportune terapie, l’eritema può risolversi prima. L’eritema solare può venire anche durante la stagione invernale, durante la quale la pelle è meno abituata all’azione dei raggi UV. Al mare invece l’intensità di radiazione è Intensificata dal riflesso dell’acqua di mare e della sabbia rispettivamente del 20 per cento e del 15-25 per cento. Anche la neve rappresenta un fattore intensificante delle radiazioni, in un percentuale che va dal 50 al 75 per cento. Se a questo si aggiungono II vento e II freddo la situazione si aggrava ulteriormente dal momento che questi fattori Intaccano il cosiddetto film idrolipidico, la naturale barriera protettiva della pelle, lasciando la cute in balìa delle aggressioni esterne.

Difendersi da soli

La pelle è in grado di difendersi In modo naturale dalle radiazioni solari, producendo melanina. Dopo un’esposizione solare di una certa intensità, la prima reazione cutanea consiste nello scuri mento della melanina già presente in superficie. Le prima abbronzatura si attiva In un paio d’ore dall’esposizione, rende la pelle rossiccia e scompare in 24-36 ore. Contemporaneamente, ha Inizio la stimolazione dei melanociti (cellule situate tra l’epidermide e il derma e deputate alla produzione di melanina). L’abbronzatura vera e propria, invece, è correlata alla produzione di melanina che si manifesta a partire da 48 ore circa dopo la prima esposizione. Questa è veramente una valida protezione nei confronti delle ulteriori radiazioni, infatti dopo la prima settimana non ci si scotta più. Al tempo stesso, un ispessimento dello strato corneo (quello superficiale) dell’epidermide, conferisce alla pelle una maggiore resistenza alla penetrazione delle radiazioni.

Parola d’ordine: prevenire

Qualche settimana prima della prevista esposizione solare, si può attuare una semplice prevenzione di carattere alimentare. L’esposizione al sole comporta, infatti, un incremento della formazione di radicali liberi, ovvero sostanze tossiche, che, accumulandosi, comportano invecchiamento precoce della cute. Molto utile risulta assumere, nei 30-40 giorni precedenti, sostanze antiossidanti come vitamina C, vitamina E, zinco, selenio, beta-carotene, contenuti soprattutto in agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, broccoli, carote, spinaci, albicocche, mandorle, noci, nocciole, olio di oliva, germe di grano, yogurt, pane integrale. Una volta al sole poi, occorre usare in maniera sistematica indumenti protettivi (cappello, occhiali, guanti) e cercare di esporsi al sole in maniera graduale. Gli schermanti solari sono un coadiuvante, ossia una protezione solare ausiliaria da affiancare alle misure sopra citate, che non possono comunque essere sostituite. In montagna si dovranno privilegiare gli schermanti ad alta e altissima protezione (questi ultimi particolarmente indicati per i bambini e per le pelli delicate in genere), da applicare sulle zone scoperte, e in particolare sulle aree critiche, come le labbra. L’applicazione dovrà essere ripetuta ogni 2 ore, specialmente dopo il bagno se si è al mare o se si pratica attività fisica, perché il sudore lava via la crema.

Le stesse precauzioni vanno prese anche in caso di cielo nuvoloso, dal momento che l’azione dei raggi solari è analoga.

Se non avete seguito le nostre indicazioni… peggio per voi, il danno è fatto. E ricordate che la terapia per il trattamento dell’eritema solare, come nel caso delle ustioni solari, è di competenza medica. Ogni scottatura, specialmente se estesa oppure associata a febbre, deve essere valutata da una persona competente. I cosiddetti “rimedi della nonna” come l’olio d’oliva, il bianco d’uovo e le creme a base di anestetici e di antistaminici andrebbero evitati, o comunque limitati ad inconvenienti minimi, sia per gravità sia per estensione.