E’ lo slogan di una campagna di informazione rivolta a tutta la popolazione, con un’attenzione particolare verso genitori fumatori e figli.

Le statistiche parlano chiaro (in Italia 1 fumatore su 2 è o una donna o un giovane sotto i 25 anni) e collocano il tabagismo tra i maggiori allarmi sociosanitari dei nostro Paese. A tal scopo, la “Fondazione Umberto Veronesi” ha avviato un programma rivolto ad adulti, bambini e adolescenti per educarli oltre che sui danni provocati dal fumo, sui benefici legati al non fumare…

 

L’ESEMPIO INIZIA IN FAMIGLIA…

Facendo leva sullo stile di vita che il genitore dovrebbe seguire se vuole proporsi come modello per i propri figli, la campagna evidenzia gli errori fatti dai fumatori e il disturbo provocato ai figli, facendo sì che questi ultimi diventino i principali dissuasori dall’abitudine alla sigaretta. Il programma, di durata triennale (2008-2010), parte dal presupposto che, considerata l’età sempre più giovane della prima sigaretta (secondo gli ultimi dati Istat la percentuale di adolescenti che hanno iniziato a fumare prima dei 14 anni è cresciuta del 60% tra il 2000 e il 2005), occorre educare i ragazzi fin da piccoli. Allo stesso tempo, la campagna punta a dissuadere le donne, che sono oggi le più restie a smettere, parlando loro come mamme, attraverso il punto di vista dei figli per sensibilizzarle e coinvolgerle emotivamente.

TANTE LE MAMME CHE FUMANO!

“La lotta al fumo di sigaretta, in chiave femminile, è uno dei cardini di intervento della Fondazione, tanto che due anni fa abbiamo creato il ‘Movimento Donne contro il Fumo’. Per tale motivo, prima di lanciare questa nuova campagna, abbiamo commissionato un ‘indagine ad Astra Ricerche per esplorare attentamente il rapporto donna e sigaretta, comprendere meglio le dinamiche e le motivazioni e sapere scegliere i messaggi giusti per indurle a smettere” afferma Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione. L’indagine è stata svolta su un campione rappresentativo della popolazione femminile italiana (14-64enni) pari a 19.6 milioni di donne, di cui circa 4,4 milioni sono donne fumatrici. Tra queste, le “punte” si registrano soprattutto tra le 45-54enni e ancor di più tra le 25-34enni. con prevalenza di laureate. imprenditrici, dirigenti e professioniste, ovvero tra le persone che più dovrebbero conoscere i danni del fumo.

“La ricerca nasce con lo scopo di indagare ‘il fumo’ come componente dello stile di vita femminile e la prima indicazione rilevante è che l’81% del campione vive in ambienti dove si fuma” spiega Enrico Finzi Presidente di Astra. “Esiste quindi, una forte correlazione tra Vabitudine a fumare personalmente e la frequentazione di altre donne che lo fanno”. Fa riflettere, inoltre, il fatto che il 64% riconosce di essere in una condizione di dipendenza, benché il 76% delle fumatrici non ami né il sapore, né l’odore della sigaretta. Si è cercato di capire, quindi, perchè le donne, che nel 54% dei casi si dicono consapevoli dei danni provocati dal tabagismo, continuano a fumare. “Occorre trovare un modo nuovo di parlare alle donne -conclude Finzi – dato che il 66% delle donne giudica le campagne di infoeducation come lo strumento più efficace e utile per convincerle a smettere di fumare”.

UN MESSAGGIO “DIVERSO”

La campagna “No Smoking Be Happy” si rivolge al genitore, aiutandolo a prendere la decisione di smettere di fumare attraverso la riflessione sul danno e il disgusto provocato al figlio, invitandolo anche a chiamare il numero verde SOS Fumo della LILT (800.99.88.77) per avere assistenza. “La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori è, da sempre, impegnata nella lotta al tabagismo e nella diffusione di una sempre più ampia cultura della prevenzione dei danni che il fumo, passivo e non, può avere sulla nostra salute.

Per questo, siamo particolarmente orgogliosi di affiancare la ‘Fondazione Umberto Veronesi’ in questa grande campagna informativa rivolta ai giovani e alle donne, che ancora oggi, purtroppo, rimangono le categorie più esposte ai pericoli della sigaretta” sottolinea Gianni Ravasi, Presidente LILT Milano.