Sono due organi a forma di mandorla, lunghi 3-5 centimetri, ai lati dell’utero. Producono e liberano l’uovo maturo in una tuba uterina (ovulazione), per consentirne l’eventuale fecondazione. Si asportano in caso di cisti o tumori maligni. Nel primo caso, si può asportare solo la cisti o una parte dell’ovaio interessato; nel caso di tumore di sospetta origine maligna, con le ovaie si asportano l’utero e le tube uterine.

 La preparazione

A casa: si effettua un’ecografia pelvica che consente di accertare la presenza e la natura della cisti. Se c’è il sospetto di una formazione maligna, è utile anche un esame del sangue per controllare il dosaggio dei marker tumorali (ca-125): l’alto livello di questi antigeni, però, non significa necessariamente la presenza del tumore.

In ospedale: ricovero il giorno prima dell’intervento e controlli di routine pre-operatoria.

L’intervento

Necessita di anestesia generale. Se si deve asportare una cisti, spesso viene utilizzata la videolaparoscopia: il chirurgo pratica 3-4 incisioni di un centimetro e introduce la sonda a fibre ottiche (che consente di vedere) e gli strumenti chirurgici. La cisti viene scollata dal retro dell’ovaio, che può essere a sua volta lasciato integro o asportato (di solito una parte). L’intervento dura da 45 a 60 minuti.

• la tecnica tradizionale  necessita, invece, di un’incisione di alcuni centimetri nel basso addome: un taglio trasversale, se si tratta di una cisti o un tumore benigno (fibroma); un taglio longitudinale se si tratta di un tumore maligno. Il chirurgo procede, quindi, ad asportare l’ovaio interessato (oppure entrambe le ovaie e, molto spesso, anche l’utero e le tube uterine in caso di tumore). L’intervento, in questo caso, dura da 2 a 3 ore.

La convalescenza

Con un intervento in videolaparoscopia, il recupero è molto veloce. Le dimissioni avvengono, di solito, dopo 48 ore. Si devono assumere farmaci antibiotici per 3-4 giorni.

• dopo un intervento tradizionale per asportazione di un tumore si mantiene un sondino naso-gastrico per i primi giorni e un catetere vaginale per tutta la degenza. Le dimissioni avvengono, di solito, dopo 710 giorni dall’intervento. Sono necessari antibiotici per 3-4 giorni e una cura anti-trombotica fino a che la persona non recupera la piena mobilità.