È la ghiandola che si trova nella parte anteriore del collo e svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo del corpo (cioè il modo e l’intensità con cui l’organismo utilizza sostanze alimentari e chimiche per produrre energia). Nella tiroide si possono formare noduli, di natura benigna o maligna. In caso di nodulo maligno, si ricorre all’intervento chirurgico. Per quelli benigni, si ricorre a una cura a base di farmaci o alla loro asportazione.

La preparazione

A casa: si esegue un’ecografia della tiroide, che accerta la presenza di un nodulo. Poi, sono necessari una scintigrafia tiroidea (esame a mezzo di contrasto che rileva la funzionalità della tiroide), una biopsia con la tecnica dell’ago aspirato (che consente di accertare il contenuto del nodulo e la sua natura benigna o maligna), un esame del sangue per valutare il livello degli ormoni tiroidei (t3-t4-tsh).

In ospedale: ricovero 24 ore prima dell’intervento. Si fanno gli esami di routine per l’anestesia.

L’intervento

L’intervento viene fatto con tecnica tradizionale e in anestesia generale. Il chirurgo pratica un’incisione a collare in corrispondenza di una delle pieghe naturali del collo; scolla la pelle e espone la tiroide.

•  poi, incide la capsula tiroidea (che riveste la ghiandola), la apre e asporta la tiroide (oppure solo il nodulo benigno). Infine, si sutura la ferita. L’intervento dura, nella norma, un’ora circa.

La convalescenza

Nelle prime 24 ore dall’intervento, ci si può alzare dal letto e riprendere l’alimentazione consueta. Le dimissioni dall’ospedale avvengono, di solito, dopo 48-72 ore.

• nei primi giorni, si può avvertire una certa difficoltà a deglutire e una sensazione di malessere al collo e alla gola. La cicatrice si rimargina in una settimana e, a distanza di tempo, non rimane visibile.