A questa “cornice”, ad ogni età e da ambo i sessi, viene veicolata molta attenzione perché, come gli occhi sono “lo specchio dell’anima”, attraverso i capelli si possono percepire aspetti della personalità e, perfino, lo stato di salute generale. Abbiamo lasciato le vacanze alle spalle e se queste hanno ritemprato il nostro spirito e ci hanno fatto ritornare alle abituali occupazioni con una rinnovata energia, forse, a dimenticando di avere tutte le cure necessarie per i nostri capelli per contrastare anche i problemi di calvizie. Abbiamo pensato cri incontrare il prof. Dott. Andrea Nannipieri, Dirigente medico Clinica Dermatologica Università di Pisa per chieder alcuni consigli.

Domanda – Durante il periodo estivo, mare, sole, vento possono aver danneggiato i nostri capelli ed al rientro delle vacanze abbiamo cercato di porre riparo ai danni. Anche d’estate possono cadere i capelli o esclusivamente nei due periodi dell’anno in cui sembra che accada un naturale bisogno di ricambio? E quanto tempo impiegano i nostri capelli a riprendersi dallo stress accumulato e quali sono le attenzioni che bisogna avere tutto l’anno per dargli corpo e limitarne la perdita?

Risposta Anche il periodo estivo determina una forte caduta di capelli sia nell’uomo che nella donna. Normalmente accade in autunno e qualche volta in primavera, questo dipende non da un naturale bisogno ma bensì perchè durante la stagione estiva i raggi ultravioletti provocano danni multipli ai capelli sia a livello follicolare dove probabilmente i raggi uva determinano fenomeni infiammatori con aumento dei radicali liberi nelle cellule del bulbo, sia a livello del fusto e della cuticola che invece risentono di problemi legati ai lavaggi frequenti, alla disidratazione e comunque a fattori meccanici. Ricordo inoltre che i raggi uva sono dei potenti seboregolatori, cioè riducono la produzione di sebo sulla cute, per cui finita la stagione estiva assistiamo ad un rapido rebound con forte produzione di sebo che quindi ostacola la attività anagen, cioè la ripresa del ciclo di crescita del capello.

In qualche caso si osserva anche un certo indebolimento primaverile provocato in questo caso soprattutto da fattori legati a regimi dietetici scorretti con scarsità di frutta e verdura. Infine a complicare le cose ci sono le ultime abitudini turistiche con la presenza di esposizioni massive a raggi uva anche in inverno per cui i nostri capelli vanno in crisi più facilmente perdendo il loro normale “orologio”.

Domanda Come preparare il capello a sopportare l’inverno, Il freddo, la pioggia, e l’inquinamento atmosferico?

Risposta Durante la stagione invernale non esistono particolari problemi, direi che il fattore principale è rappresentato dall’ inquinamento delle nostre città. I capelli, soprattutto se sottoposti a lavaggi troppo energici che ne riducono l’impermeabilità, rischiano di essere delle “carte assorbenti” per tutto quello che c’è nell’aria. Per questo è fondamentale nella stagione invernale una corretta detersione che salvaguardi la cuticola del capello onde evitare l’assorbimento di polveri sottili etc…, nocive oltre che per i capelli per tutto il corpo. Voglio ricordare che i nostri capelli non sono di plastica ma hanno le medesime capacità fisiologiche della cute e spesso sono le uniche strutture esposte all’aria. Inoltre, una cura particolare deve essere usata dagli sportivi in montagna perché sia il gelo spezza più facilmente il capello che l’uso del casco protettivo che aumenta la sudorazione possono richiedere maggiori attenzioni nella detersione dei capelli.

Domanda D’estate molti portano il cappello per proteggersi dai raggi del sole e d’inverno per proteggersi dal freddo un tipo di materiale con cui vengono fatti i copricapo che è bene non utilizzare? E’ meglio usare cappelli realizzati in tessuto che consentano al cuoio capelluto di respirare?

Risposta II migliore materiale rimane sempre il cotone che permette un normale scambio termico con l’esterno. Inoltre, esistono dei tessuti completamente schermanti nei confronti dei raggi uva, sono già ampiamente in uso negli USA e in Australia; da noi stanno arrivando ora. In questo caso, la protezione non riguarda tanto i capelli ma la cute (in particolare per i calvi) dal pericolo del melanoma. Ricordo infatti che il tessuto di cotone non protegge completamente dal sole in quanto circa il 20% delle radiazioni passano ugualmente.

Domanda II prurito da cosa può essere causato e come fare per lenire il fastidio, ci sono prodotti consigliabili?

Risposta Il prurito del cuoio capelluto è un sintomo e non una malattia, per cui tutta la patologia dermatologica pruriginosa si avverte quando esiste anche una localizzazione sulla cute del cuoio capelluto. Per questo è sempre meglio consultare uno specialista, diciamo che spesso il prurito del cuoio capelluto può essere provocato semplicemente da una dermatite seborroica (forfora secca o oleosa) per cui devono essere rimosse le sue cause agendo sia sulle motivazioni interne che provocano seborrea (stress, dieta, metabolismo), sia utilizzando dei prodotti locali seboriduttori e degli shampoo adeguati.

Domanda Spesso gli shampoo si differenziano: per capelli normali, per i capelli grassi, per i capelli secchi, con forfora, ecc.. Ma è vero che aiuta usare lo shampoo adatto al capello che si ha o uno molto leggero può adattarsi per tutti?

Risposta Si dice che lavare troppo i capelli fa male mentre invece la verità è che fa male utilizzare uno shampoo sbagliato. Il concetto è che il capello deve essere lavato così come deve essere lavata la cute, per cui come ogni pelle ha il giusto detergente, anche il capello deve avere lo shampoo che più gli si confà. La detersione è fondamentale e deve essere adattata al tipo di capello, al momento stagionale, alle attività e all’ambiente in cui viviamo. Per questo è fondamentale la consulenza specialistica e non il fai da te, tenendo conto inoltre che spesso chiediamo troppo a questi prodotti, lo shampoo non può far crescere i capelli, ma è importantissimo per il loro mantenimento in condizioni eudermiche.

D. Ci sono prodotti dedicati a seconda del colore naturale dei capelli?

R. II capello biondo è, generalmente, più debole e meno grasso, ma non esistono grandi differenziazioni ; invece il capello del bambino ha delle peculiarità per cui ha bisogno di prodotti specifici.

D. Per cambiare II colore di capelli è sempre consigliabile affidarsi ad un coiffeur o si può fare a casa, visto la grande offerta di prodotti che si trovano in profumeria e, perfino, nei supermercati?
R. E’ sempre meglio affidarsi ad un esperto del settore. Dermatiti allergiche acute spesso decalvanti con esiti quindi gravissimi arrivano spesso nelle nostre cliniche e sono molte volte provocate da coloranti chimici a cui i pazienti sono allergici.
D. Quali sono gli elementi che determinano una reale perdita di capelli e, in questo caso, basta affidarsi al consiglio del farmacista o di una pubblicità per correre ai ripari? Quando è fondamentale rivolgersi al dermatologo e quali sono i campanelli che ci avvisano di una probabile futura calvizie.

R. II problema della perdita dei capelli spesso viene sottovalutato per cui si comincia la cura ascoltando i consigli dell’amico o rivolgendosi a “esperti tricologi”completamente improvvisati. L’elemento importante è che la perdita di capelli, cioè le alopecia, possono essere legate a situazioni diverse. Possono essere anche un sintomo di varie malattie per cui l’unica figura di riferimento per la diagnosi e la terapia è il medico dermatologo il quale si avvarrà di opportuni strumenti diagnostici e di terapie comunque sempre testate clinicamente e quindi prescrivibili in farmacia.

Questo deve essere sempre il punto da cui partire se vogliamo bene ai nostri capelli e devo dire che questa sensibilità è andata via via aumentando negli ultimi tempi. Per quanto riguarda poi nello specifico il problema calvizie, cioè l’alopecia androgenetica, bisogna ricordare che questa patologia è in aumento. I primi segni sono, oltre che ovviamente un numero aumentato di capelli sul cuscino o nel momento della spazzolatura, un iniziale diradamento temporale e anche un certo rallentamento della velocità di crescita. Voglia sottolineare che la perdita è maggiore tra i 20-30 anni e che è importante una terapia tempestiva. L’alopecia androgenetica è legata fondamentalmente a motivi genetici, ed è provocata dall’azione di un enzima (5alfa riduttasi) che trasforma il testosterone in didrote sto stero ne metabolita che inibisce il ciclo di crescita delle cellule del follicolo pilifero; inizia dai 20-25 anni per poi continuare in misura minore fino ai 50 anni. Colpisce, ovviamente, l’uomo ma anche la donna (20%) e può essere aggravata naturalmente da abitudini alimentari errate, da malattie metaboliche (diabete, dislipidemie, patologia tiroidea) e, soprattutto, da fattori psicologici.

D. La chirurgia della calvizie è in continua evoluzione, può costituire un valido complemento alla terapia medica? Quando è il caso di consigliarla o di sconsigliarla?

R. La chirurgia della calvizie può essere eseguita sia attraverso prelievi di cute in sede occipitale con utilizzo di capelli multipli, sia con metodiche più moderne che consentono prelievi singoli e immediato autoinnesto con la possibilità di interventi meno demolitivi. Rappresenta una valida alternativa terapeutica nelle situazioni gravi in associazione alla terapia con Finasteride e soprattutto nelle calvizie dopo i 45 anni, quando i risultati terapeutici dei preparati medici sono molto più scarsi.