I pantaloni “tirano”, l’addome appare teso e gonfio. E’ una sensazione decisamente poco piacevole e che, se trascurata, può durare più del necessario. Ecco le soluzioni “naturali” più efficaci. Un disturbo piuttosto diffuso di cui, però, non si parla volentieri. Il gonfiore addominale, spesso accompagnato da flatulenza, è un disagio che colpisce molte donne, ma anche tanti uomini, che difficilmente ne parlano a causa una sorta di “pudore” e timore di sgradevoli ironie. In realtà, avere una certa quantità di aria nell’addome è normale (ogni giorno ognuno di noi ne produce dai 400 ai 1.200 mi) ed è dovuta all’aria inghiottita e alla produzione di sostanze gassose da parte della flora microbica intestinale. A livello gastrointestinale, però, la soglia di gas naturalmente presente, non deve superare i 100 mi circa.

Ovviamente l’argomento in questione non è quello della pancia adiposa da liposuzione ma di problemi digestivi.

All’origine di questo disagio, c’è nella maggior parte dei casi, una cattiva masticazione che, se frettolosa o incompleta (ricordiamoci che la prima digestione dovrebbe avvenire in bocca!), fa arrivare all’intestino porzioni di cibo in forma grossolana, consistenza ideale per l’attacco dei batteri. Questi ultimi, attaccando in particolare i residui non digeriti di carboidrati e proteine, producono quantità eccessive di anidride carbonica, idrogeno e metano, con le conseguenze, spiacevoli, ben note a chi ne è coinvolto. Tra gli altri fattori condizionanti ci sono, quindi, il consumo eccessivo di proteine e grassi e, tra le patologie concomitanti, la stitichezza e l’assunzione prolungata di antibiotici.

4 regole per star meglio

  1. Masticare lentamente evitando deglutizioni frequenti e il consumo di cibi contenenti aria (bibite addizionate di anidride carbonica e panna montata)
  2. Verificare che si abbia una corretta occlusione dentale in quanto l’alterato combaciamento delle arcate può essere responsabile di un’incompleta frantumazione del cibo
  3. Consumare la frutta lontano dai pasti per evitarne la fermentazione.
  4. Non consumare mollica del pane bianco, legumi interi (eventualmente meglio passati), uova fritte e sode, fritture e verdure troppo fibrose (carciofi, cardi, cavoletti di Bruxelles, cavoli, cavolfiori, cetrioli, cipolle, crauti, peperoni, rape, rucola, sedano).
  5. Fare regolare attività fisica in quanto il movimento può essere utile ad “allenare” l’intestino ad una certa motilità fisiologica.

I rimedi “naturali”

Finocchio, anice, cumino, coriandolo, liquirizia e camomilla costituiscono i rimedi fitoterapia più usati per la cura delle forme lievi di intestino ipersensi-bilizzato da fattori “esterni”, inclusi quelli di natura psicosomatica. Queste piante, da assumere sotto forma di infusi o tisane, favoriscono la digestione, contrastano la fermentazione e aiutano i buon funzionamento di tutto l’apparato. Da qualche tempo, però, sta avendo un discreto riscontro anche l’uso dell’olio naturale di menta Piperita le cui componenti attive (mentolo, pulegane e mento-furano), esercitano un’azione batteri-cida, carminativa e antispastica oltre che un effetto diretto sulla regolazione della motilità del colon.

L’olio di menta è racchiuso in capsule gastroresistenti (che si sciolgono, quindi, direttamente, nell’intestino) e la terapia può consistere in due capsule da assumere, con un po’ di acqua, almeno un’ora prima dei pasti principali.

Alle origini del “gonfiore”: l’intestino irritabile

La maggior parte dei pazienti affetti dalla sindrome del colon irritabile avverte un fastidioso gonfiore addominale. Secondo uno studio del CURE/Digestive Disease Research Center della University of California, la causa più diffusa del gonfiore addominale risiederebbe in un aumento del riflesso visceromotore, che si riflette direttamente sulle pareti addominali, le quali risultano più rilassate e visibilmente tese. Uno degli ultimi studi ha coinvolto 714 pazienti affetti da SII (Sindrome dell’Intestino Irritabile), classificati in due gruppi: quelli che avvertivano solo il gonfiore addominale e quelli che avvertivano gonfiore e distensione addominale, selezionati in base alle risposte di un questionario sui sìntomi intestinali. A terminare lo studio sono stati in 542 (76 per cento del totale), di cui: 132 pazienti del primo gruppo e 410 pazienti del secondo gruppo.

In entrambi, la sensazione di gonfiore addominale peggiorava quando a peggiorare erano anche gli altri sintomi della SII. In particolare, nella maggior parte dei pazienti di entrambi i gruppi il gonfiore addominale si scatenava principalmente in concomitanza al peggiorare dei sintomi più seri (come la diarrea o la stipsi) e meno durante l’assunzione di cibo. In definitiva, i ricercatori credono che il senso di gonfiore addominale nei pazienti con SII non dipenda solo da una soggettiva aumentata sensibilità intestinale, ma anche da una più diffusa alterazione della capacità di contrazione dei muscoli delle pareti enteriche.