Cos’è l’intervento chirurgico di bypass gastrico?

La chirurgia di bypass gastrico è un intervento limitato dagli ormoni. Cioè agisce sul tubo digerente riducendo la produzione di alcuni ormoni responsabili della fame e aumentando la produzione di altri che aumentano la sazietà. Questi cambiamenti apparentemente portano ad una forte diminuzione dell’appetito e ad un inizio precoce della sazietà (cioè dopo alcuni morsi): di conseguenza si mangiano quantità molto piccole di cibo e ne consegue la perdita di peso. Il bypass gastrico ha anche un effetto metabolico significativo, ovvero è efficace nel diabete di tipo 2, inducendo in molti casi la remissione della malattia (normoglicemia senza alcun trattamento) e riducendo quasi del tutto le cure necessarie.
Questo intervento può ottenere una perdita di peso abbastanza significativa (circa il 60% o più in sovrappeso) nei primi anni senza troppi sforzi. Nel lungo periodo, invece, resta fondamentale la capacità del paziente di mantenere le nuove abitudini alimentari acquisite attraverso il bypass e di continuare così una dieta ipocalorica.

Come funziona la chirurgia di bypass gastrico?

La chirurgia di bypass gastrico è una procedura chirurgica che prevede la creazione di una piccola sacca gastrica che può contenere solo una piccola quantità di cibo (delle dimensioni di una tazza di caffè). La sacca gastrica è completamente separata dal resto dello stomaco e svuotata direttamente nell’intestino tenue suturato alla sacca gastrica. Lo stomaco non viene rimosso, sebbene il cibo non venga più attraversato.
L’esclusione del cibo dalla prima parte dello stomaco e dell’intestino (il duodeno e la prima parte del digiuno) può portare a un ridotto assorbimento di alcune vitamine e sali minerali, rendendo necessaria l’assunzione di un complesso multivitaminico come calcio e ferro.

Quali sono i vantaggi della chirurgia di bypass gastrico?

Il bypass gastrico riduce l’assunzione di cibo riducendo la fame e accelerando la sazietà. La perdita di peso media complessiva è stata di circa il 60% del sovrappeso (cioè chili in più) e la perdita di peso (oltre 10 anni) è stata ben mantenuta nei soggetti con un BMI inferiore a 50. Nei pazienti con un BMI superiore a 50, la perdita di peso è stata inferiore e si è verificato un fallimento a lungo termine nel 40% delle procedure.
Questo approccio è stato ampiamente utilizzato negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni ed è ora utilizzato in tutto il mondo; oltre ai suoi effetti sul peso corporeo, è stato anche notato per il trattamento del diabete di tipo 2 (glicemia in circa l’80% dei casi). e normalizzazione dell’emoglobina glicosilata) e reflusso gastroesofageo.