Voglia di una bellezza diversa, più in linea con i canoni occidentali. A richiederla sono soprattutto le donne asiatiche, ma anche quelle africane ed afroamericane. I ritocchi più richiesti? Occhi e naso, ma anche labbra e seno. Nell’era della global beauty cresce la chirurgia estetica che fa la differenza.

In tempi di globalizzazione, anche la bellezza cerca di uniformarsi tant’è che aumenta sempre più il numero delle donne (ma anche degli uomini) dai tratti somatici asiatici e negroidi che si sottopongono ad un intervento di chirurgia estetica per “occidentalizzare” i tratti somatici tipicamente caratteristici dell’etnia di appartenenza. Un fenomeno iniziato in sordina, ma che negli ultimi anni è diventato una e vera e propria tendenza. Non solo nei paesi di origine, ma anche oltreconfine, considerato il flusso migratorio dell’ultimo decennio.

A ricorrere maggiormente all’ethnic cosmetic surgery sono le donne giapponesi. La richiesta più assidua è di modificare la caratteristica forma a mandorla dei loro occhi  in una foggia  più “occidentalizzata”. Le donne africane ed afroamericane sono maggiormante orientate alla correzione del naso e delle labbra troppo pronunciati. Le asiatiche in generale preferiscono invece ricorrere alla chirurgia estetica per aumentare le dimensioni del proprio seno (piccolo o piatto per natura), così come le brasiliane, ammirate ed invidiate in tutto il mondo per la plasticità mozzafiato dei loro glutei.

Benvenuti nell’era della bellezza globale!

Anche la bellezza è entrata nell’era globale. I canoni estetici si sono più o meno ovunque uniformati al modello occidentale, da sempre predominante nella scena del beauty e del fashion. Dopo aver adottato look, colore ed acconciatura dei capelli, cosmetici e profumi delle donne americane ed europee, stile di vita compreso, le donne orientali si concentrano ora su come assomigliare anche fisicamente ai loro modelli (in questo caso modelle) ideali. E per raggiungere tale obiettivo sono disposte proprio a tutto, chirurgia estetica compresa.

Nell’occhio a mandorla tipicamente asiatico, la pelle compresa tra il sopracciglio e le ciglia forma come un piano quasi verticale, privo di curvatura e, di conseguenza, di palpebra. L’occhio appare così più piccolo, con un’aria triste ed abbattuta. Per mettere maggiormente in risalto il proprio sguardo, molti asiatici ricorrono alla cosiddetta “cantoplastica”, così chiamata poiché l’intervento prevede il risollevamento del canto esterno della palpebra. “Negli ultimi anni – commenta il dottor Carlo Alberto Pallaoro – la tecnica è stata notevolmente perfezionata, in modo da ottenere un risultato più duraturo rispetto a quello offerto dalla metodica tradizionale. In pratica, si coinvolge oggi non solo l’epidermide, ma anche il muscolo palpebrale elevatore, che viene ancorato al tarso (lo strato fibroso della palpebra).” Ma non si tratta solamente di un vezzo – fa presente il noto chirurgo difama internazionale.  L’intervento serve in questo caso ad allegerire la palpebra e ad ingrandire l’occhio, aumentando di conseguenza anche il campo visivo, CON BENEFICI QU, con benefici quindi non solo estetici, ma anche “funzionali”.

e per chi invece desidera gli occhi a mandorla?

Molti occidentali sono affascinati dagli occhi a mandorla al punto da volerli sfoggiare loro stessi. La cantoplastica viene in aiuto anche a queste persone modificando – sempre con il laser CO2 pulsato – il diametro e la forma dell’occhio, restringendolo ed allungandolo. Un leggero ritocco di questo tipo contribuisce a rendere lo sguardo più misterioso, arricchendolo di un fascino tutto orientale.

 

Se il naso schiacciato non piace

L’intervento di chirurgia estetica più richiesto dai soggetti di origine africana riguarda il rimodellamento del naso dalla conformazione tipicamente negroide (schiacciato). Il rimodellamento viene accuratamente programmato in modo da ottenere un risultato in armonia con il resto dei parametri facciali e da rispettare le proporzioni dei tre piani che compongono il viso. La rinoplastica può concentrarsi sulla punta del naso a patata (carnosa), sulle narici (larghe), sulla columella (l’angolo che rifinisce il naso), sul dorso del naso aquilino , sulla riduzione del naso grosso o su una combinazione di questi elementi.

Grandi ritocchi anche su labbra e seno

In percentuale minore, l’Ethnic Cosmetic Surgery viene applicata per correggere anche altre parti anatomiche la cui forma e dimensione è prevalentemente dettata dal codice genetico. E’ il caso, ad esempio, delle labbra. Se sono troppo sottili, come nel caso delle persone nordiche, si può provvedere a “riempirle” con infiltrazioni di materiale biocompatibile; se al contrario risultano troppo carnose (come nel caso delle labbra negroidi), si può intervenire con la cheiloplastica, eliminando l’eccesso di mucosa attraverso un’incisione endo-orale praticata con il laser CO2 pulsato. Altro punto “svantaggiato” dall’etnia di appartenenza è il seno, piccolo o quasi inesistente nelle donne asiatiche, ma anche nelle nordiche e nelle brasiliane. Oltre 20mila di queste ultime, ad esempio, ricorrono ogni anno all’inserimento di protesi mammarie.