Otite media nei bambini

E la presenza di muco nasale che dalla tromba di eustachio arriva nel condotto uditivo, ottura la cassa timpanica e fa diminuire l’udito. Non provoca dolore. Si ricorre all’intervento chirurgico solo se: non si risolve con i farmaci; persiste per almeno 6 settimane; la parte acquosa del catarro viene assorbita e rimane solo la componente collosa.

La preparazione

A casa: visite periodiche dall’otorinolaringoiatra, per accertare che il disturbo persista per almeno 6 settimane. Si eseguono anche un esame dell’udito, l’impedenziometria e una radiografia del naso-faringe.

In ospedale: il ricovero avviene il giorno prima dell’intervento, con i controlli di routine per l’anestesia. Negli adulti (i casi sono molto più rari) si può intervenire con anestesia locale, ma l’operazione va preceduta da una rinoscopia posteriore, per escludere che l’otite sia legata a una malattia più seria del rinofaringe.

L’intervento

Si esegue una timpanocentesi, che dura circa 30 minuti. L’intervento, sui bambini, viene fatto in anestesia generale. (ma senza intubazione).

•  il chirurgo pratica una piccola incisione nella membrana intorno al timpano, aspira il muco presente nell’orecchio medio e inserisce un tubino di drenaggio, che consente all’orecchio di espellere i liquidi che si formano nei giorni seguenti.

• dopo i 3 o 4 anni, spesso questo intervento si associa all’asportazione delle adenoidi (che sono sovente causa di otite).

La convalescenza

Il bambino può uscire dall’ospedale dopo due giorni. Talvolta, si somministrano antibiotici per i primi 3 o 4 giorni. Il tubicino di drenaggio non viene tolto, ma si espelle da solo quando la membrana del timpano si cicatrizza (di solito, impiega 2 mesi circa).

• intanto, si consiglia l’applicazione di tappi su misura per impedire che l’acqua arrivi al tubicino. Si deve sospendere ogni attività in piscina. Una visita di controllo deve essere fatta una volta al mese, per accertare che non ci sia reazione allergica al tubicino di drenaggio.

Otite  acuta

Quando la persistenza del catarro infiamma l’orecchio, si manifesta un’otite acuta con produzione di pus e dolori molto forti.

• anche in questo caso, l’intervento chirurgico riguarda le situazioni che non si risolvono spontaneamente (la membrana del timpano si perfora da sola per far uscire il pus) e con la cura antibiotica.

La preparazione

A casa: nessuna.

In ospedale: l’intervento si svolge a livello ambulatoriale.

L’intervento

Il chirurgo pratica una paracentesi, che non richiede anestesia. Compie, cioè, una piccola incisione nella membrana del timpano, attraverso la quale il pus può fuoriuscire.

•  l’intervento, nei casi di otite acuta, è necessario anche per evitare una complicanza seria – l’ascesso mastoideo – che richiederebbe un intervento d’urgenza.

La convalescenza

La paracentesi non richiede neanche il sistema di drenaggio. L’orecchio viene medicato e si applicano delle garze temporanee per assorbire la fuoriuscita di pus.

• si devono prendere antibiotici per 4-5 giorni e fare una visita di controllo dall’otorinolaringoiatra dopo 10 giorni.

Otite cronica

L’otite cronica è accompagnata dalla perforazione del timpano, diminuzione dell’udito e, non sempre, da secrezioni purulente. In questo caso, l’intervento è la soluzione di prima scelta (per curare l’infezione e per cercare di recuperare l’udito).

• una complicanza molto seria dell’otite cronica è il colesteatoma: è una parte di cute che invade l’orecchio medio e il mastoide, a causa dell’introflessione del timpano. In questo caso, l’intervento deve essere fatto con urgenza, per non compromettere seriamente tutto l’apparato uditivo.

La preparazione

A casa: nelle 3-4 settimane precedenti, l’otorino pratica dei trattamenti locali inoculando gocce antibiotiche per asciugare l’orecchio dalle secrezioni purulente. Si deve eseguire un esame audiometrico per accertare il danno all’udito e una tac dell’osso temporale (che accerta se è presente un colesteatoma).

In ospedale: il ricovero avviene il giorno prima e si eseguono i controlli di routine per l’anestesia.

L’intervento

A seconda della serietà del caso, l’intervento è differente.

Miriingoplastica

Si effettua se c’è solo perforazione del timpano. L’intervento non dura più di 50 minuti (in questo caso, si può anche operare in anestesia locale). Dal muscolo temporale viene prelevata una sottile fascia di tessuto; questa fascia viene appoggiata al timpano, per “tappare” il buco che si è formato.

• per mantenere il contatto e far sì che questa fascia aderisca alla membrana del timpano il chirurgo inserisce spugnette (imbevute di preparati antibiotici) che, una volta bagnate, aumentano di volume e creano la pressione necessaria.

Timpanoplastica

Si effettua se c’è perforazione del timpano, secrezioni purulente e danni agli ossicini dell’orecchio medio (martello, incudine e staffa, che consentono la trasmissione delle onde sonore dal timpano all’orecchio interno). L’intervento, in anestesia generale, dura 2 ore.

• il chirurgo procede alla miringoplastica. Poi, pulisce la zona dal pus e “ripara” le lesioni che riguardano gli ossicini (ossiculoplastica). Se può, li rimodella. Se il danno è irreparabile, asporta l’ossicino e inserisce una protesi artificiale. Questa operazione viene fatta attraverso una piccola incisione dietro l’orecchio.

Mastoidectomia

Si effettua se l’otite cronica è accompagnata da colesteatoma. È un intervento serio e che richiede l’anestesia generale.

• il chirurgo pratica le due operazioni precedenti (miringoplastica per la perforazione del timpano; ossiculoplastica, per il danno agli ossicini) e prima compie una perfetta pulizia dell’osso mastoide, liberando tutta la cavità dalla pelle che si è formata impropriamente. Solo nelle lesioni più serie (con udito già compromesso) il chirurgo deve rimuovere anche il condotto uditivo: viene riempita con garze oftalmiche fino alla cicatrizzazione.

La convalescenza

In caso di miringoplastica: dimissioni al secondo giorno. Non sono necessari antibiotici. Tutte le medicazioni vengono tolte in 2 settimane.

In caso di timpanoplastica: la parte viene bendata e medicata con garze, si prendono antibiotici per i 5-6 giorni successivi all’intervento. Le dimissioni avvengono alla terza giornata. La guarigione completa avviene in 15 giorni circa (ma non è assicurato il riacquisto completo dell’udito).

In caso di mastoidectomia: le dimissioni avvengono, anche qui, alla terza giornata. Se è stato rimosso il condotto uditivo, le garze vengono cambiate ogni 3-4 giorni – in ambulatorio – e la guarigione della cavità avviene in 2 mesi. Occorre una cura antibiotica almeno nei 5-6 giorni successivi all’intervento.